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 Il corporativismo

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MessaggioTitolo: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyDom Giu 15, 2008 11:47 am

Storicamente, corporativismo si riferisce a una politica o di sistema economico in cui il potere è dato di assemblee civiche che rappresentano economica, industriale, agricolo, sociale, culturale, professionale e gruppi. Queste assemblee civiche sono conosciute come le società (non necessariamente il modello di business noto come 'società' anche se tali imprese non sono esclusi dalla definizione sia). Le società sono enti non eletto con una struttura gerarchica interna; il loro scopo è quello di esercitare il controllo sulla vita sociale ed economica dei rispettivi settori. Così, ad esempio, un Steel Corporation sarebbe un cartello composto da tutte le imprese leader nel settore siderurgico, venendo insieme per discutere di una politica comune in materia di prezzi e salari. Quando il potere politico ed economico di un paese riposa nelle mani di tali gruppi, poi un sistema corporativo, è a posto.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptySab Giu 21, 2008 6:45 pm

non sappiamo con precisione a quale forma di c.si riferisca mago.l'ultimo realizzato è stato quello fascista,un sistema attraverso il quale le categorie venivano direttamente rappresentate nella camera delle corporazioni,lavoratori che rappresentavano se stessi.un sistema che ha fatto parlare del cosiddetto" regime" come di un sistema tutt'altro che totalitario.
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MessaggioTitolo: corporazioni   Il corporativismo EmptyVen Giu 27, 2008 6:14 pm

Parsifal ha scritto:
non sappiamo con precisione a quale forma di c.si riferisca mago.l'ultimo realizzato è stato quello fascista,un sistema attraverso il quale le categorie venivano direttamente rappresentate nella camera delle corporazioni,lavoratori che rappresentavano se stessi.un sistema che ha fatto parlare del cosiddetto" regime" come di un sistema tutt'altro che totalitario.

le corporazioni nascono nel medioevo quando nascono i comuni ma già in epoca romana esistevano e si ereditavano di padre in figlio per avere una stabilità sociale .
le corporazioni delle arti e dei mestieri nascono per tutelare la borghesia nascente che prendeva sempre più parte alla vita delle città fino ad arrivare al Rinascimento che consente di liberarsi un pò dalle dogmatiche clericali di cui ancora oggi soprattutto in Italia sono invadenti verso uno sviluppo laico della società (ma questi sono altri problemi).
quando le corporazioni sotto il fascismo prendono potere è dovuto al fatto di una lieve sostituzione della "camera dei deputati" democraticamente eletti con la "camera del fascio e delle corporazioni".....non democraticamente eletti
ora le corporazioni ,anticamente nate per tutelare i mestieri diventano un aspetto economico che consente di regolare e mantenere invariati i prezzi che vengono decisi dalle corporazioni :dai notai ai giornalisti farmacisti tassisti , banche ecc
che di fatto bloccano il libero mercato del capitalismo (sono le fondamenta della concorrenza ) , che il gov scorso liberalsocialista ha cercato di scardinare ma di cui il gov attuale
cosidetto di destra liberale (solo per il cainano ) non credo che produrrà granchè anzi .....
sono già settimane che si parla solo dell'emergenza di non mandarlo nemmeno ai processi ora è nato lo Schifani2 (nomen est...)
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyVen Giu 27, 2008 6:46 pm

Scusa AP, come anticipato e non sapendo a quale corporativismo ci si intendeva riferire, sono rimasto molto sul generico;
ma se è come tu dici ... perchè allora ad esempio la sinistra alla quale credo tu faccia riferimento non ha mai proposto ad esmpio ... ( uno solo di quelli possibili), un sistema bicamerale con una camera eletta "democraticamente" come credo tu desideri,dalle categorie del lavoro? Chiamale se vuoi corporazioni? Se l'ìunica critica che tu hai rivolto al corporativismo fascista è quella che non erano eletti il gioco sarebbe fatto, no !
Ma sai la sinistra attuale credo che sia molto più vicina alle municipalizzate che alla rappresentanza direta delle categorie. Società a capitale pubblico riempiono meglio le tasche delle idee innovative.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyVen Giu 27, 2008 9:59 pm

Parsifal ha scritto:
Scusa AP, come anticipato e non sapendo a quale corporativismo ci si intendeva riferire, sono rimasto molto sul generico;
ma se è come tu dici ... perchè allora ad esempio la sinistra alla quale credo tu faccia riferimento non ha mai proposto ad esmpio ... ( uno solo di quelli possibili), un sistema bicamerale con una camera eletta "democraticamente" come credo tu desideri,dalle categorie del lavoro? Chiamale se vuoi corporazioni? Se l'ìunica critica che tu hai rivolto al corporativismo fascista è quella che non erano eletti il gioco sarebbe fatto, no !
Ma sai la sinistra attuale credo che sia molto più vicina alle municipalizzate che alla rappresentanza direta delle categorie. Società a capitale pubblico riempiono meglio le tasche delle idee innovative.

chiamale se vuoi lobby....
non era l'unica critica alle corporazioni che il fascismo ha per dire...istituzionalizzato ma anche il permanere di fatto fino ad oggi dove un cosidetto governo per dire... di destra liberale (solo per il cai(m)nano ) che di liberare ha solo la voglia libertina (ma non si può dire perchè d*o patria famiglia... plurima ....come il duce... offcourse).
la bicamerale prevede un senato delle regioni dove tutte le categorie dei lavori come alla camera ,dovrebbero essere rappresentate (ma tra avvocati medici nani e ballerine ,senza offesa per Brunetta e le show gilr ,le corporazioni si trasformano ....).
se le corporazioni sono associazioni che bloccano l'economia allora basta il sindacato (che funziona )e le associazioni
dei consumatori ,invece a differenza degli Usa, non hanno poteri (class action che il piccolo duce morbido ha bloccato )
siccome le categorie lavorative si sono trasformate e i lavori artigianali fra un pò li faranno solo gli immigrati credo che il sistema corporativo sia superato dagli eventi .
sulle municipalizzate il discorso che fai non fa una grinza, ma occorre approfondire se a capitale pubblico e gestione privata è una cosa, se servono per rendere più efficaci gli enti solo in alcuni settori (esclusi acqua rifiuti energia che devono essere sempre pubblici ) si possono mantenere, senza che falsino il mercato con gli affidamenti in house , non garantendo la conorrenza con il privato .
non so se sono stato chiaro la materia non è facile da discutere
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptySab Giu 28, 2008 9:58 am

Ed è vero che non è facile in Web illustrare argomenti veramente ampi e complessi.
Cercherò per questo di fare del mio meglio ed inizio con dirti che le lobby, se di esse si vuol parlare, sono prodotte da questo sistema che non può che essere definito democratico ed antifascista. Su questo credo tu non abbia che essere d'accordo, quindi esse niente hanno a che vedere con altri tipi di governo, compresi quelli che prevedono larga rappresentanza al governo delle varie categorie del lavoro, ivi compresa la compartecipazione delle maestranze agli utili delle aziende, ed un sistema di tassazione che deve tenere conto non solo del capitale investito ma anche degli utili ricevuti da chi investe.
Così e solo così si può parlare di una socializzazione realizzata, anche attraverso forme di corporativismo ( rappresentanza diretta delle categorie del lavoro, senza intermediari, cioè sindacati ed associazioni varie, che proprio perchè non elette democraticamente non possono avere un rulo pieno ed istituzionalizzato),che portrebbe "l'uomo"ad essere al centro della politica.
E non le multinazionali, le municipalizzate ecc. ecc.

Dici:( esclusi acqua rifiuti energia che devono essere sempre pubblici ), pubbliche devono essere anche le strade, la sanità e quant'altro può essere considerato servizio essenziale per la società aggiungo io.

Non è giusto e forse mi ripeto che società concessionarie create ad arte, vadano a gestire un bene pubblico: Autostrade per l'Italia (ex Spa Autostrade), Astral ecc. ecc. non devono esistere e gli assessorati ed i Ministeri devono essere come è giusto che sia, gli unici responsabili della sicurezza e beneficiari dei guadagni. Con i soldi che incassa il casello di Milano Melegnano in un giorno, potrebbe farsi manutenzione di tutte le strade Lombarde ad esempio. Così quello di Roma di Napoli, Palermo, ecc. ecc. Ma questi soldi dove vanno? E quanto arriva allo Stato che ha da sempre preferito socializzare le perdite e privatizzare i guadagni?
Vedi che in fondo quello che voglio io è la stessa cosa che la sinistra dice di volere ma che se ne guarda bene dal provocare?
Sai ad esempio che molte delle società concessionarie sono nate nell'era dei governi di centro sinistra specie con il governo Craxi?
sai ad esempio che come è accaduto a Sezze dove una amministrazione Socialcomunista ha privatizzato l'acqua, salvo poi dire che era ( la sinistra) per l'acqua pubblica, come se a farlo fossero stati gli altri, è accaduto in tutta Italia specie nella rossa Emilia.
Ora la sinistra giustamente è stata punita, proprio perchè predica bene e razzola male ... e questo lo fà sempre e dapertutto.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptySab Giu 28, 2008 4:21 pm

Parsifal ha scritto:
Ed è vero che non è facile in Web illustrare argomenti veramente ampi e complessi.
Cercherò per questo di fare del mio meglio ed inizio con dirti che le lobby, se di esse si vuol parlare, sono prodotte da questo sistema che non può che essere definito democratico ed antifascista. Su questo credo tu non abbia che essere d'accordo, quindi esse niente hanno a che vedere con altri tipi di governo, compresi quelli che prevedono larga rappresentanza al governo delle varie categorie del lavoro, ivi compresa la compartecipazione delle maestranze agli utili delle aziende, ed un sistema di tassazione che deve tenere conto non solo del capitale investito ma anche degli utili ricevuti da chi investe.
Così e solo così si può parlare di una socializzazione realizzata, anche attraverso forme di corporativismo ( rappresentanza diretta delle categorie del lavoro, senza intermediari, cioè sindacati ed associazioni varie, che proprio perchè non elette democraticamente non possono avere un rulo pieno ed istituzionalizzato),che portrebbe "l'uomo"ad essere al centro della politica.
E non le multinazionali, le municipalizzate ecc. ecc.

Dici:( esclusi acqua rifiuti energia che devono essere sempre pubblici ), pubbliche devono essere anche le strade, la sanità e quant'altro può essere considerato servizio essenziale per la società aggiungo io.

Non è giusto e forse mi ripeto che società concessionarie create ad arte, vadano a gestire un bene pubblico: Autostrade per l'Italia (ex Spa Autostrade), Astral ecc. ecc. non devono esistere e gli assessorati ed i Ministeri devono essere come è giusto che sia, gli unici responsabili della sicurezza e beneficiari dei guadagni. Con i soldi che incassa il casello di Milano Melegnano in un giorno, potrebbe farsi manutenzione di tutte le strade Lombarde ad esempio. Così quello di Roma di Napoli, Palermo, ecc. ecc. Ma questi soldi dove vanno? E quanto arriva allo Stato che ha da sempre preferito socializzare le perdite e privatizzare i guadagni?
Vedi che in fondo quello che voglio io è la stessa cosa che la sinistra dice di volere ma che se ne guarda bene dal provocare?
Sai ad esempio che molte delle società concessionarie sono nate nell'era dei governi di centro sinistra specie con il governo Craxi?
sai ad esempio che come è accaduto a Sezze dove una amministrazione Socialcomunista ha privatizzato l'acqua, salvo poi dire che era ( la sinistra) per l'acqua pubblica, come se a farlo fossero stati gli altri, è accaduto in tutta Italia specie nella rossa Emilia.
Ora la sinistra giustamente è stata punita, proprio perchè predica bene e razzola male ... e questo lo fà sempre e dapertutto.


allora : molte delle corporazioni fanno lobby , molte municipalizzate sono diventate potere economico con investimenti in borsa , quotate ecc, e quindi fanno lobby anche loro e governano allo stesso tempo...
in America dove la trasparenza è fittizziamente vera le lobby hanno dei propri contrattatori legalizzati al parlamento in EU non mi sembra.
le corporazioni e le lobby (che non sono la stessa cosa )in IT pur di non far passare le leggi a favore dei consumatori ,
hanno fatto di tutto ,vedi gli scioperi degli avvocati (in questo caso chi ci rimette è sempre il consumatore ) i farmacisti , i notai, le banche i tassisti , giornalisti , camionisti (che hanno contribuito a far aumentare durante i loro scioperi selvaggi, senza preavviso capitanati dal dep. FI sindacalista ,i prodotti alimentari per poi trattare , mentre oggi hanno subito concordato ).
occorre vedere bene cosa sono oggi le corporazioni, dicevo nel precedente post, la confindustria è una corporazione ben rappresentata in parlamento ,dove all'interno c' è di tutto dal piccolo bottegaio al figlioccio di Agnelli
(gli somiglia tanto )che diceva socializzre le perdite e capitalizzare i guadagni , non lo stato come dici , ma con parti di esso .
quindi del post comunistoide cooperativistico (senza offesa....) sociale che hai fatto condivido tutto il ragionamento .
le specificazioni che avevo fatto sulle municipalizzate (non spa) erano dovute al fatto che per alcuni servizi locali possono essere utili ed efficenti . a livello nazionale invece acqua energia telecomunicazioni rifiuti , trasporti (aerei ferrovie) lo Stato deve avere sempre la "golden share" e le strutture fisiche : le dorsali , l'ultimo miglio ecc... su questi argomenti e relative privatizzazioni si potrebbe parlare per mesi.Sbagliata per esempio è stata la privatizzazione totale telecom che ha tolto al controllo delllo Stato alle telecomunicazioni facendo una falsa liberalizzazione e creando un monopolio privato , così come l'etere che con 4 soldi il P2 cainano continua la folle corse a diventare papa.
il problema nasce con il federalismo che la lega vuole secessionare e i relativi spezzettamenti decisionali su acqua e rifiuti trasporti , sanità ,energia che stanno creando monopoli pubblici privati (sia municipalizate che misti )dove a rimetterci sono sempre i cittadini consumatori.
la sinistra non è stata punita per questo ma perchè stava toccando le corde di molte corporazioni e lobby (confindustria banche ecc) con la riforma fiscale ,sulle case (catasti ), qualcuno ricorda che la tassa sulle ricariche tolta da bersani (annunciata da gasparri nel 2001)è stata tolta da bersani e subito ammortizzata dalle lobby telefoniche con rincari e costi aggiuntivi .
sull'acqua sai che la sinistra (moderata ...non massimalista nè radicale di rif com, verdi ,com. it ,sd) a livello naz. erano contrari alle psedoliberalizzazioni che già le lobby stanno riproponendo , quindi anche a livello locale.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptySab Giu 28, 2008 5:40 pm

Parsifal ha scritto:
non sappiamo con precisione a quale forma di c.si riferisca mago.l'ultimo realizzato è stato quello fascista,un sistema attraverso il quale le categorie venivano direttamente rappresentate nella camera delle corporazioni,lavoratori che rappresentavano se stessi.un sistema che ha fatto parlare del cosiddetto" regime" come di un sistema tutt'altro che totalitario.


comunque questo è un pò di storia da wilchi: Camera dei Fasci e delle Corporazioni
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Camera dei Fasci e delle Corporazioni fu un organo legislativo del Regno d'Italia che sostituì la Camera dei Deputati dal 1939 al 1943 durante il regime fascista.

Fu istituita con legge 19 gennaio 1939, n. 129 (essendo lo Statuto albertino una costituzione flessibile, era sufficiente la legge ordinaria per modificarlo) e tenne la sua seduta inaugurale il 23 marzo dello stesso anno.

Il suo ruolo effettivo nel sistema costituzionale fu sempre del tutto marginale. Fu soppressa con il regio decreto legge 2 agosto 1943, n. 705, subito dopo la caduta del regime fascista.


Struttura [modifica]
I membri della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, non più denominati deputati ma consiglieri nazionali, erano più di seicento. Non erano eletti dal popolo, ma ne facevano parte di diritto in quanto componenti:

del Gran Consiglio del Fascismo;
del Consiglio Nazionale del Partito Nazionale Fascista, organo composto dai massimi gerarchi del partito e dirigenti delle associazioni collegate (Segretario, componenti del Direttorio Nazionale, ispettori e segretari federali del Partito Nazionale Fascista; Segretario, Vice Segretario e due ispettori dei Fasci italiani all'estero; presidente dell'Associazione fascista famiglie caduti, mutilati e feriti per la Rivoluzione; fiduciari nazionali delle Associazioni fasciste della scuola, del pubblico impiego, dei ferrovieri dello Stato, dei postelegrafonici e degli addetti alle aziende industriali dello Stato; presidenti dell'Istituto Nazionale di Cultura Fascista, dell'Opera Nazionale Dopolavoro, del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, dell'Associazione nazionale combattenti, delle Confederazioni fasciste dei datori di lavoro e dei lavoratori e della Confederazione fascista dei professionisti e degli artisti; Segretario del Partito Fascista Albanese);
del Consiglio Nazionale delle Corporazioni, organo presieduto dal Capo del Governo e composto da oltre cinquecento membri in rappresentanza delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, dei ministeri economici e sociali, del Partito Nazionale Fascista e delle opere nazionali.
Il mandato dei consiglieri nazionali terminava quando cessavano di appartenere ai suddetti organi. Non era, quindi, previsto un rinnovo periodico della Camera dei Fasci e delle Corporazioni; tuttavia i suoi lavori, così come quelli del Senato, continuavano ad essere divisi in legislature (ve ne fu, però, una sola): la fine di ciascuna legislatura era stabilita con decreto reale, su proposta del Capo del Governo (il decreto fissava anche la data di convocazione delle due camere riunite, per ascoltare il discorso della Corona col quale si apriva la legislatura successiva).

Il presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni e i vicepresidenti erano nominati con decreto reale. Il primo presidente fu Costanzo Ciano (dal 23 marzo al 26 giugno 1939) al quale successe Dino Grandi (dal 30 novembre 1939 al 2 agosto 1943). Soppressa la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, il governo affidò temporaneamente a Vittorio Emanuele Orlando le funzioni amministrative spettanti al suo presidente. La Repubblica Sociale Italiana stabilì a Venezia la sede della propria Camera dei Fasci e delle Corporazioni che, tuttavia, non entrò mai in funzione.


Funzioni [modifica]
La Camera dei Fasci e delle Corporazioni condivideva il potere legislativo con il Governo e il Senato del Regno (non toccato dalla riforma del 1939 ma fascistizzato con la nomina di ben 211 nuovi senatori). Tuttavia il suo ruolo, così come quello del Senato, era puramente consultivo, infatti l'art. 2 della legge istitutiva recitava: "Il Senato del Regno e la Camera dei Fasci e delle Corporazioni collaborano col governo alla formazione delle leggi".

La Camera dei Fasci e delle Corporazioni (così come il Senato) discuteva e approvava in assemblea plenaria, su relazione delle commissioni competenti, i soli disegni di legge indicati nella legge istitutiva (quelli di carattere costituzionale, le deleghe legislative di carattere generale, i progetti di bilancio ed i rendiconti consuntivi dello Stato ecc.). Tutti gli altri disegni di legge erano esaminati e definitivamente approvati dalle commissioni, salvo che il Governo o la stessa camera, autorizzata dal Capo del Governo, avessero chiesto la discussione e il voto in assemblea plenaria. Il Capo del Governo poteva inoltre stabilire che, per ragioni di urgenza, venissero approvati in commissione anche i disegni di legge per i quali era ordinariamente prevista la competenza dell'assemblea plenaria.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptySab Giu 28, 2008 6:12 pm

L'Italia è una Repubblica democratica e antifascista ... ecc. ecc.
Su questo non ci piove e da questo è bene cominciare se vogliamo affrontare qualsiasi tipo di discorso, sia esso istituzionale, politico economico e fiscale. come anche d'altro tipo, ma ti risparmio l'elenco.
E' bene anche precisare che sia Gasparri quando menzionava la riforma, sia Bersani quando l'attuava, sia le compagnie telefoniche che aumentavano i prezzi, si rifacevano e si rifanno a questo principio fondante della nostra Repubblica.
Quindi non credo che se omissioni ci sono state, se esse sono state causa di danni ai cittadini, se speculazioni sono avvenute siano o possano esulare da tale principio fondante, che non mi pare che in nessun caso mai, abbia istituzionalizzato, sia pure in misura minima alcuno degli aspetti del corporativismo, specie di quello al quale mi riferisco, che per molti versi esula anche da ciò, che poteva essere proposto nel secolo scorso.
Dici bene! La confindustria ... "rappresentata in parlamento ,dove all'interno c' è di tutto dal piccolo bottegaio al figlioccio di Agnelli".
E' proprio qui che non siamo d'accordo e dove il ... "post comunistoide cooperativistico", lascia il posto a qualcosa di differente.
Perchè è la quantità che non è rispettata, la proporzione che viene ignorata, e dove si trovano i figli di Agnelli ad essere rappresentati a dismisura e i disoccupati gli operai e le professioni, come i lavori più " deboli", ad essere offesi e vilipesi anche in termini di rappresentatività.
Il nostro parlamento se ben ricordo è formato da professionisti per un buon 98 % cosa che in termini di rappresentatività reale di un popolo, non risponde alla realtà.
Mi rendo benissimo conto che legiferare è cosa molto adatta a chi anche, e sottolineo anche, è dotato di una certa cultura e di istruzione, pur senza dimenticare altre qualità come l'onesta, ma mi rendo anche conto che solo una rappresentanza del Paese reale può far si che se le "categorie" sono direttamente e proporzionalmente rappresentate possono essere evitate le lobby che tu puoi chiamare municipalizzate, Spa, grandi banche ecc. ecc. ma che pur sempre sono a danno dei cittadini o come tu li chiami, dei consumatori.
Da questo il bisogno ineludibile se ancora si vuol tentare di salvare la nave che affonda, di un sistema bicamerale, con una camera eletta direttamente dalle varie categorie di lavoratori.
Lo chiami corporativismo? Non saprei se lo è, ma sono sicuro che funzionerebbe, subito contro le lobby! E sono altrettanto sicuro che comunismo non è!


Ultima modifica di Parsifal il Dom Giu 29, 2008 7:57 am - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptySab Giu 28, 2008 6:15 pm

AP !!!!!!!! Urca che papiro!
Non capisco nemmeno a cosa serve oltre naturalmente a credere che tutti ne conoscano i termini.
Chiaramente quando ho postato non c'era ma credo che il mio post possa anche rispondere a pieno al tuo "papiro".
Papiro non vuole assolutamente offendere ... ma solo scherzare, mi raccomando.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyDom Giu 29, 2008 4:32 pm

avanti popolo ha scritto:
Parsifal ha scritto:
Ed è vero che non è facile in Web illustrare argomenti veramente ampi e complessi.
Cercherò per questo di fare del mio meglio ed inizio con dirti che le lobby, se di esse si vuol parlare, sono prodotte da questo sistema che non può che essere definito democratico ed antifascista. Su questo credo tu non abbia che essere d'accordo, quindi esse niente hanno a che vedere con altri tipi di governo, compresi quelli che prevedono larga rappresentanza al governo delle varie categorie del lavoro, ivi compresa la compartecipazione delle maestranze agli utili delle aziende, ed un sistema di tassazione che deve tenere conto non solo del capitale investito ma anche degli utili ricevuti da chi investe.
Così e solo così si può parlare di una socializzazione realizzata, anche attraverso forme di corporativismo ( rappresentanza diretta delle categorie del lavoro, senza intermediari, cioè sindacati ed associazioni varie, che proprio perchè non elette democraticamente non possono avere un rulo pieno ed istituzionalizzato),che portrebbe "l'uomo"ad essere al centro della politica.
E non le multinazionali, le municipalizzate ecc. ecc.

Dici:( esclusi acqua rifiuti energia che devono essere sempre pubblici ), pubbliche devono essere anche le strade, la sanità e quant'altro può essere considerato servizio essenziale per la società aggiungo io.

Non è giusto e forse mi ripeto che società concessionarie create ad arte, vadano a gestire un bene pubblico: Autostrade per l'Italia (ex Spa Autostrade), Astral ecc. ecc. non devono esistere e gli assessorati ed i Ministeri devono essere come è giusto che sia, gli unici responsabili della sicurezza e beneficiari dei guadagni. Con i soldi che incassa il casello di Milano Melegnano in un giorno, potrebbe farsi manutenzione di tutte le strade Lombarde ad esempio. Così quello di Roma di Napoli, Palermo, ecc. ecc. Ma questi soldi dove vanno? E quanto arriva allo Stato che ha da sempre preferito socializzare le perdite e privatizzare i guadagni?
Vedi che in fondo quello che voglio io è la stessa cosa che la sinistra dice di volere ma che se ne guarda bene dal provocare?
Sai ad esempio che molte delle società concessionarie sono nate nell'era dei governi di centro sinistra specie con il governo Craxi?
sai ad esempio che come è accaduto a Sezze dove una amministrazione Socialcomunista ha privatizzato l'acqua, salvo poi dire che era ( la sinistra) per l'acqua pubblica, come se a farlo fossero stati gli altri, è accaduto in tutta Italia specie nella rossa Emilia.
Ora la sinistra giustamente è stata punita, proprio perchè predica bene e razzola male ... e questo lo fà sempre e dapertutto.
P.


allora : molte delle corporazioni fanno lobby , molte municipalizzate sono diventate potere economico con investimenti in borsa , quotate ecc, e quindi fanno lobby anche loro e governano allo stesso tempo...
in America dove la trasparenza è fittizziamente vera le lobby hanno dei propri contrattatori legalizzati al parlamento in EU non mi sembra.
le corporazioni e le lobby (che non sono la stessa cosa )in IT pur di non far passare le leggi a favore dei consumatori ,
hanno fatto di tutto ,vedi gli scioperi degli avvocati (in questo caso chi ci rimette è sempre il consumatore ) i farmacisti , i notai, le banche i tassisti , giornalisti , camionisti (che hanno contribuito a far aumentare durante i loro scioperi selvaggi, senza preavviso capitanati dal dep. FI sindacalista ,i prodotti alimentari per poi trattare , mentre oggi hanno subito concordato ).
occorre vedere bene cosa sono oggi le corporazioni, dicevo nel precedente post, la confindustria è una corporazione ben rappresentata in parlamento ,dove all'interno c' è di tutto dal piccolo bottegaio al figlioccio di Agnelli
(gli somiglia tanto )che diceva socializzre le perdite e capitalizzare i guadagni , non lo stato come dici , ma con parti di esso .
quindi del post comunistoide cooperativistico (senza offesa....) sociale che hai fatto condivido tutto il ragionamento .
le specificazioni che avevo fatto sulle municipalizzate (non spa) erano dovute al fatto che per alcuni servizi locali possono essere utili ed efficenti . a livello nazionale invece acqua energia telecomunicazioni rifiuti , trasporti (aerei ferrovie) lo Stato deve avere sempre la "golden share" e le strutture fisiche : le dorsali , l'ultimo miglio ecc... su questi argomenti e relative privatizzazioni si potrebbe parlare per mesi.Sbagliata per esempio è stata la privatizzazione totale telecom che ha tolto al controllo delllo Stato alle telecomunicazioni facendo una falsa liberalizzazione e creando un monopolio privato , così come l'etere che con 4 soldi il P2 cainano continua la folle corse a diventare papa.
il problema nasce con il federalismo che la lega vuole secessionare e i relativi spezzettamenti decisionali su acqua e rifiuti trasporti , sanità ,energia che stanno creando monopoli pubblici privati (sia municipalizate che misti )dove a rimetterci sono sempre i cittadini consumatori.
la sinistra non è stata punita per questo ma perchè stava toccando le corde di molte corporazioni e lobby (confindustria banche ecc) con la riforma fiscale ,sulle case (catasti ), qualcuno ricorda che la tassa sulle ricariche tolta da bersani (annunciata da gasparri nel 2001)è stata tolta da bersani e subito ammortizzata dalle lobby telefoniche con rincari e costi aggiuntivi .
sull'acqua sai che la sinistra (moderata ...non massimalista nè radicale di rif com, verdi ,com. it ,sd) a livello naz. erano contrari alle psedoliberalizzazioni che già le lobby stanno riproponendo , quindi anche a livello locale.
A.P.


L'Italia è una Repubblica democratica e antifascista ... ecc. ecc.
Su questo non ci piove e da questo è bene cominciare se vogliamo affrontare qualsiasi tipo di discorso, sia esso istituzionale, politico economico e fiscale. come anche d'altro tipo, ma ti risparmio l'elenco.
E' bene anche precisare che sia Gasparri quando menzionava la riforma, sia Bersani quando l'attuava, sia le compagnie telefoniche che aumentavano i prezzi, si rifacevano e si rifanno a questo principio fondante della nostra Repubblica.
Quindi non credo che se omissioni ci sono state, se esse sono state causa di danni ai cittadini, se speculazioni sono avvenute siano o possano esulare da tale principio fondante, che non mi pare che in nessun caso mai, abbia istituzionalizzato, sia pure in misura minima alcuno degli aspetti del corporativismo, specie di quello al quale mi riferisco, che per molti versi esula anche da ciò, che poteva essere proposto nel secolo scorso.
Dici bene! La confindustria ... "rappresentata in parlamento ,dove all'interno c' è di tutto dal piccolo bottegaio al figlioccio di Agnelli".
E' proprio qui che non siamo d'accordo e dove il ... "post comunistoide cooperativistico", lascia il posto a qualcosa di differente.
Perchè è la quantità che non è rispettata, la proporzione che viene ignorata, e dove si trovano i figli di Agnelli ad essere rappresentati a dismisura e i disoccupati gli operai e le professioni, come i lavori più " deboli", ad essere offesi e vilipesi anche in termini di rappresentatività.
Il nostro parlamento se ben ricordo è formato da professionisti per un buon 98 % cosa che in termini di rappresentatività reale di un popolo, non risponde alla realtà.
Mi rendo benissimo conto che legiferare è cosa molto adatta a chi anche, e sottolineo anche, è dotato di una certa cultura e di istruzione, pur senza dimenticare altre qualità come l'onesta, ma mi rendo anche conto che solo una rappresentanza del Paese reale può far si che se le "categorie" sono direttamente e proporzionalmente rappresentate possono essere evitate le lobby che tu puoi chiamare municipalizzate, Spa, grandi banche ecc. ecc. ma che pur sempre sono a danno dei cittadini o come tu li chiami, dei consumatori.
Da questo il bisogno ineludibile se ancora si vuol tentare di salvare la nave che affonda, di un sistema bicamerale, con una camera eletta direttamente dalle varie categorie di lavoratori.
Lo chiami corporativismo? Non saprei se lo è, ma sono sicuro che funzionerebbe, subito contro le lobby! E sono altrettanto sicuro che comunismo non è! P.


A.P.
penso che il discorso è più complesso e se pure si faccia una camera delle regioni e dei lavori (corporative )èdifficile contrastare le lobby ,che non sono le municipalizzate se non in alcuni casi regionali, ma il petrolio ,le armi, la confindustria , la borsa ,le banche , il nucleare ,le telecomunicazioni , la rete internet ,(per quanto riguarda il controllo delle menti )che sono a livello globale i cosidetti portatori del pensiero unico iper capitalistico ex occidentale (a cui si sta unendo la Cina ). ora sta succedendo questo quelli che erano per il pensiero unico globalizzato (la destra)accusava la sinistra di essere no global (e non era vero... proletari di tutto il mondo unitevi.... ) ora che si stanno accorgendo che la Cina ( che detiene una grossa fetta del debito pubblico americano che se richiesta indietro farebbe crollare
lamerica le borse, il cainano e tutti i lacchè ) se li sta mangiando tutti sono diventati protezionisti.....
le corporazioni come ripeto se sono delle arti e dei mestieri è un conto se sono le sette sorelle petroliefere è un altro conto o no? se questi aumenti del petrolio avvengono da speculatori di corporazioni bancarie in borsa, che giocano sul petrolio futuro ma guadagno miliardi oggi per rifarsi dei subprime ,che facciamo gli diamo un seggio al parlamento ?
non ne hanno bisogno dei parlamenti loro, comandano e basta, solo il cainano ha bisogno del parlamento per non finire in prigione.
comunque non sto difendendo le municipalizzate, il meccanismo è da rivedere sia per la assenza del libero mercato in quanto i comuni ,le regioni ,lo bloccano affidando senza bandi (in house ) servizi importanti che gli stessi comuni e le regioni ormai non possono fare per mancanza di personale , per il poco rispetto che "abbiamo " verso la cosa pubblica instaurando quei servizi approsimativi che abbiamo avuto fino al 96-98 epoca delle riforme federaliste regionalistiche....
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyDom Giu 29, 2008 5:28 pm

Allora, ricapitolando ritieni che questo "sistema"sia perfetto? O almeno sia il massimo che si può ottenere per dare la giusta rappresentatività?
Certo, e per tornare alle municipalizzate o Spa ad intero capitale pubblico, tutti (ed anche tu), dimenticano che esse agiscono in perfetto regime di monopolio.
Che poi facciano del tutto affinchè questo non appaia, mi pare lampante!
Dire che uno Stato dove le categorie del lavoro trovano la giusta rappresentatività, sarebbe inutile perchè le grandi speculazioni internazionali sarebero comunque in grado di danneggiare, è come dire che uno se si ammala è meglio non curarlo perchè tanto prima o poi muore lo stesso.
E poi ... ora che alle influenze negative internazionali, ci si aggiungono sempre in maniera crescente gli sprechi e quelle nazionali va bene?
In termini di globalizzazione ho sempre vista una certa ambiguità di fondo della sinistra, dove a parole si professa contraria alla globalizzazione e poi è anche contrari alle "frontiere".
Forse hai ragione tu la sinistra non è no global; almeno tanto quanto non è nemmeno il contrario aggiungo io.
Allora mi pare chiaro chiedersi, cosa si propone in termini nazionali ed internazionali?
Di vero secondo me c'è solamente che uno Stato, una Nazione, si deve organizzare perchè al suo interno ci sia una giusta ed equa ripartizione delle ricchezze.
L'intervento pubblico deve essere teso ad eliminare certi baratri sociali, affinchè non avvenga che migliaia di manager pubblici, le cui aziende totalmente a capitale pubblico che servono solo per riempire al meglio le loro tasche,li arricchiscano con i nostri soldi ,e, dall'altro canto circa 8.000.000 di italiani costretti a vivere sotto la soglia di povertà!!! Non è giusto.
Non è giusto perchè questo avviene solo in virtù di un sistema dove ad essere rappresentati sono sempre e solo i potenti, con le loro professioni, con i loro ricatti, con i loro partiti.
Solo la più ampia pertecipazione popolare, intesa anche come rappresentatività diretta all'interno dello Stato di tutte le categorie, assicurerebbe la giusta tribuna ai più deboli.
Che mi importa in questo caso, che i potenti del mondo non hanno bisogno di seggi e di rappresentanti?
Certo che lo so ... altrettanto certo però che ne hanno bisogno coloro che voce non hanno, i disoccupati ai quali è solo chiesto, in nome di una Europa sempre più mercante e mercenaria. E quello che hanno da essa i disoccupati e i più deboli italiani non è certo quello che hanno in tutti gli altri Stati europei.
Solo la rappresentanza diretta di tutte le categorie all'interno dello Stato secondo me può essere il primo passo verso la giusta direzione, solo questa è la via giusta.
Anche se e lo riconosco essa per i potenti è la più faticosa.
Ecco perchè viene sempre ostacolata, perchè si vuole la povertà e la miseria per tenere sotto scacco, anche con prepotenze istituzionali ed istituzionalizzate i cittadini più deboli, i consumatori, come tu li definisci. E poi vuoi mettere che a pensare ad esempio alla sicurezza delle strade ci siano quelle categorie di tecnici ed operatori del settore al posto di politici inutili?
Mi dirai, e loro ed i loro scagnozzi incapaci ed incompetenti ma costosi come lo sono le zecche per un cane alla nostra società che fanno?
Vanno a lavorare, a produrre anche loro per questa società che fino ad ora li ha subiti come parassiti velenosi, che hanno fatto del nostro sangue la loro ricchezza.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyDom Giu 29, 2008 7:43 pm

Parsifal ha scritto:
Allora, ricapitolando ritieni che questo "sistema"sia perfetto? O almeno sia il massimo che si può ottenere per dare la giusta rappresentatività?
Certo, e per tornare alle municipalizzate o Spa ad intero capitale pubblico, tutti (ed anche tu), dimenticano che esse agiscono in perfetto regime di monopolio.
Che poi facciano del tutto affinchè questo non appaia, mi pare lampante!
Dire che uno Stato dove le categorie del lavoro trovano la giusta rappresentatività, sarebbe inutile perchè le grandi speculazioni internazionali sarebero comunque in grado di danneggiare, è come dire che uno se si ammala è meglio non curarlo perchè tanto prima o poi muore lo stesso.
E poi ... ora che alle influenze negative internazionali, ci si aggiungono sempre in maniera crescente gli sprechi e quelle nazionali va bene?
In termini di globalizzazione ho sempre vista una certa ambiguità di fondo della sinistra, dove a parole si professa contraria alla globalizzazione e poi è anche contrari alle "frontiere".
Forse hai ragione tu la sinistra non è no global; almeno tanto quanto non è nemmeno il contrario aggiungo io.
Allora mi pare chiaro chiedersi, cosa si propone in termini nazionali ed internazionali?
Di vero secondo me c'è solamente che uno Stato, una Nazione, si deve organizzare perchè al suo interno ci sia una giusta ed equa ripartizione delle ricchezze.
L'intervento pubblico deve essere teso ad eliminare certi baratri sociali, affinchè non avvenga che migliaia di manager pubblici, le cui aziende totalmente a capitale pubblico che servono solo per riempire al meglio le loro tasche,li arricchiscano con i nostri soldi ,e, dall'altro canto circa 8.000.000 di italiani costretti a vivere sotto la soglia di povertà!!! Non è giusto.
Non è giusto perchè questo avviene solo in virtù di un sistema dove ad essere rappresentati sono sempre e solo i potenti, con le loro professioni, con i loro ricatti, con i loro partiti.
Solo la più ampia pertecipazione popolare, intesa anche come rappresentatività diretta all'interno dello Stato di tutte le categorie, assicurerebbe la giusta tribuna ai più deboli.
Che mi importa in questo caso, che i potenti del mondo non hanno bisogno di seggi e di rappresentanti?
Certo che lo so ... altrettanto certo però che ne hanno bisogno coloro che voce non hanno, i disoccupati ai quali è solo chiesto, in nome di una Europa sempre più mercante e mercenaria. E quello che hanno da essa i disoccupati e i più deboli italiani non è certo quello che hanno in tutti gli altri Stati europei.
Solo la rappresentanza diretta di tutte le categorie all'interno dello Stato secondo me può essere il primo passo verso la giusta direzione, solo questa è la via giusta.
Anche se e lo riconosco essa per i potenti è la più faticosa.
Ecco perchè viene sempre ostacolata, perchè si vuole la povertà e la miseria per tenere sotto scacco, anche con prepotenze istituzionali ed istituzionalizzate i cittadini più deboli, i consumatori, come tu li definisci. E poi vuoi mettere che a pensare ad esempio alla sicurezza delle strade ci siano quelle categorie di tecnici ed operatori del settore al posto di politici inutili?
Mi dirai, e loro ed i loro scagnozzi incapaci ed incompetenti ma costosi come lo sono le zecche per un cane alla nostra società che fanno?
Vanno a lavorare, a produrre anche loro per questa società che fino ad ora li ha subiti come parassiti velenosi, che hanno fatto del nostro sangue la loro ricchezza.

ricapitolando :stai dicendo in maniera operaistica (quasi troskista...) quello che ho sopra infarinato a livello globale .
per le municipalizzate ho già detto che i cittadini consumatori (critici ce ne sono pochi ma aumentano per via della povertà sempre più in aumento ) non hanno avuto che pochi guadagni dalle nuove esternalizzazioni così con l'acqua , i rifiuti, autostrade e quantaltro forse qualche servizio è migliorato al nord non da noi .
municipalizzate ed enti derivati sono cosa diversa, le prime sono state introdotte con le riforme regionalistiche federali , le seconde sono sempre esistite ed ora aumentano a dismisura con intrecci finanziari non controllabili.
se lo Stato centralistico che fino al 96 era il massimo dello sperpero con il federalismo ha decentrato ma di conseguenza aumentando le competenze che si sovrappongono la spesa si è spostata dal centro alla periferia e sui contribuenti , le province sono ancora lì, le comunità montane ridotte di poco (forse) le società regionali si moltiplicano
ed allora ai voglia a parlare di corporazioni di operai e similari .
la società giusta è quella di cui parli ma non voglio chiamarla comunistoide ma non è molto diversa dalla società IT
che abbiamo vissuto fino all'89 dove lo Stato dal panettone all 'alfa alle banche ,ferrovie ,aerei ,alla pasta , energia, telefoni,ecc era
il proseguimento dell'IRI di ventennale tempora solo che, per come sono fatti gli italiani, lo spreco , l'inefficenza , le tangenti, la disaffezione verso la cosa pubblica ,i troppi posti di lavoro inutili ,(che adesso si sono trasferiti agli enti spa regionali provinciali municipalizzate ecc)o inutilizzati per meglio dire hanno portato ad un debito stratosferico
(fittizio per il semplice fatto che del pil non viene calcolato il 30 % in nero ) che un governo (di centro sinistra)cerca di ripanare mentre l'altro (di centro destra )brucia ....
questo per dire che se lo Stato non regola ed interviene viene mangiato dai privati che negli anni 50 non potendo investire su enel ,tel ,,chimica, ecc rivendette allo Stato per poi ricomprarsele a 4 soldi con lauti guadagni.
non grazie alla destra liberale? ma alla sinistra statalista (altra contraddizione?)
allora per quello che posso vedere le corporazioni ,dai tassisti ai commercianti agli avvocati oggi bloccano il mercato, ovvero non fanno sviluppare una sana concorrenza così come le municipalizzate ma il problema sono le grandi corporazioni internazionali....
sul globale forse c'è da analizzare in altro post...
proletari di tutto il mondo unitevi .....solo che qui un proletario ha il mercedes (per dire )e comunque anche se povero è sempre ricco rispetto ai paesi del terzo quarto quinto mondo....come può l'occidente redistribuire l'ottanta % della ricchezza che consuma ?
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyLun Giu 30, 2008 10:55 am

Non può che farmi piacere che uno come te che da come parla è molto vicino alla sinistra mi dia del Troskista, e questo chiaramente è un sentirti vicino alle mie idee ad anche per molti versi anche alle mie riforme istituzionali, che con la presunzione di chi sa di essere nel giusto, sappiamo essere tenute d'occhio, anche da ambienti istituzionali, attraverso questo sito,ed anche questo non può che farci piacere.

Mi dispiace però doverti precisare che il Comunismo è la negazione di quanto esposto e che il sistema bicamerale eletto dal popolo. una camera eletta in funzione politica e l'altra direttamente dalle forze del lavoro, non ha mai trovato spazio in nessuno dei paesi comunisti, anzi il loro posto dove c'è il Comunismo viene preso dalla nomenklatura e dal partito.
I soviet, più o meno supremi, i funzionari di partito che fra lussi e sprazzi dicono di sacrificarsi per un popolo schiavizzato da una ideologia che prima di arrivare al potere è stata miraggio delle classi più deboli e poi invece croce e tortura di chi come sfruttatore aveva trovato uno stato dispendioso imperialista disumano.
Certo che come dici tu il comunista non deve essere per forza contro la ricchezza ed il benessere, ma il comunista quello vero, quello che lo incarna,la persona di apparato, è contro le auto blu, degli altri, finchè non ne ha una lui, che poi difenderà con le unghie e con i denti, e ci dirà che lui è costretto ad usarla di lusso, con l'autista e dispendiosa per il nostro bene, con tutti i lussi che ne conseguono.

In questa trappola non è più il caso di caderci, troppi esempi ci hanno insegnato chi sono, e che il comunismo è la negazione dell'uomo.
Quindi se ti senti vicino alle mie idee, prendi le distanze da quelle che sono e sono state solo trappole per la povera gente.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyLun Giu 30, 2008 3:17 pm

Parsifal ha scritto:
Non può che farmi piacere che uno come te che da come parla è molto vicino alla sinistra mi dia del Troskista, e questo chiaramente è un sentirti vicino alle mie idee ad anche per molti versi anche alle mie riforme istituzionali, che con la presunzione di chi sa di essere nel giusto, sappiamo essere tenute d'occhio, anche da ambienti istituzionali, attraverso questo sito,ed anche questo non può che farci piacere.

Mi dispiace però doverti precisare che il Comunismo è la negazione di quanto esposto e che il sistema bicamerale eletto dal popolo. una camera eletta in funzione politica e l'altra direttamente dalle forze del lavoro, non ha mai trovato spazio in nessuno dei paesi comunisti, anzi il loro posto dove c'è il Comunismo viene preso dalla nomenklatura e dal partito.
I soviet, più o meno supremi, i funzionari di partito che fra lussi e sprazzi dicono di sacrificarsi per un popolo schiavizzato da una ideologia che prima di arrivare al potere è stata miraggio delle classi più deboli e poi invece croce e tortura di chi come sfruttatore aveva trovato uno stato dispendioso imperialista disumano.
Certo che come dici tu il comunista non deve essere per forza contro la ricchezza ed il benessere, ma il comunista quello vero, quello che lo incarna,la persona di apparato, è contro le auto blu, degli altri, finchè non ne ha una lui, che poi difenderà con le unghie e con i denti, e ci dirà che lui è costretto ad usarla di lusso, con l'autista e dispendiosa per il nostro bene, con tutti i lussi che ne conseguono.

In questa trappola non è più il caso di caderci, troppi esempi ci hanno insegnato chi sono, e che il comunismo è la negazione dell'uomo.

Quindi se ti senti vicino alle mie idee, prendi le distanze da quelle che sono e sono state solo trappole per la povera gente.

la rivoluzione è permanente diceva Troski ma la rivoluzione per farla occorre prima averla fatta dentro di sè....
le idee comunistoide sono giuste è la realtà umana poi che le affoga in un bicchiere di vodka o di vino.
i mali delle dittature sovietiche sono sempre stati gli apparati burocratici e l'esercito mentre in Cina la cultura antica ha permesso di soppravvivere fino ad oggi anche per il forte nazionalismo .
se il papa polacco ha potuto dire che il comunismo è stato un male necessario per il progresso dell'umanità non credo che è stata la negazione dell'uomo ma casomai dopo aver liberato l'uomo dalla schiavitù si è perso nella geopolitica con la rincorsa agli armamenti contro lAmerica .
pensa se invece di costruire missili o navi o armi dagli anni 50 in poi i soviet avessero sfamato l'Africa il sudAmerica e l'Asia ora avrebbero vinto la guerra delle idee contro il capitalismo.....
forse sei tu che ti stai involontariamente avvicinando alle mie idee comunistarde (gli ismi sono troppo vecchi...)
tornando al corporativo lo statuto dei lavoratori è del 1970 , i parlamenti prima erano più rappresentativi delle classi sociali che ora sono scomparse quasi, la qualità totale della robotica ci sta alienado in tutto e per tutto e la corporazione della confindustria (quella delle grandi e medie fabbriche, non i panettieri , ) vuole tornare ai contratti individuali.... portare l'orario di lavoro a 60 ore settimanali.... chi ci difenderà da questo ritorno al medioevo.....
il senato delle corporazioni delle grandi lobby ... o i sindacati con gli scioperi....quindi secondo il mio modesto parere il senato delle regioni come in Germania può occuparsi dei diritti dei lavoratori del rinnovo dei contratti ecc
ovvero la camera e il senato non possono occuparsi sempre di tutte le materie per due passaggi parlamentari altrimenti la burocrazia e la lentezza parlamentare soffoca l'evoluzione della società , a meno che non passiamo tutta la legislatura a discutere dei problemi dello psiconano e a prendere le impronte digitali ai rom perchè quelle del duce morbido non si possono prendere.....
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyLun Giu 30, 2008 4:23 pm

Le grandi e piccole lobby esistono in virtù del fatto che in politica (questa), esse sono dei veri e propri serbatoi di voti, oltre chiaramente ad essere dei veri e propri centri di potere.
Come d'altra parte e non a caso si possono trovare quelle dal chiaro riferimento ecclesiastico.
Sulla parole del Papa, credo di aver già detto cosa ne penso.
Non erano loro che mandavano al rogo gli eretici e arsero viva la Santa Giovanna D'Arco solo per essere "troppo" cattolica?
E' quanto meno strano, almeno per parte mia, stralciare da un certo discorso le parole di Woitila, che si è trovato anche a dire che occorreva una terza via. Quella cioè lontana dal comunismo e lontana dal liberalcapitalismo. O si prendono per intero certe affermazioni o per intero si ignorano, sempre ben inteso che i preti il massimo del servizio che possono rendere alla collettività è di fare i preti.
Quando entrano nella politica spesso, e non so se volentieri, combinano casini. Ogni riferimento a persone è puramente casuale.

Tornando all'argomento del post, mi sento di dover affermare che non sono per uno stato centralista a tutti gli effetti, ma credo che una economia basata su quello che tu chiami Senato delle regioni sarebbe troppo frazionata, oltre che poco rispettosa di quei principi sociali che fanno di un popolo di una nazione, una vera comunità umana.
Sul piano della competitività dei prodotti poi, essi sarebbero se non "protetti"da un più generale progetto nazionale poco competitivi rispetto a quelli di altre grandi realtà, se non addirittura scarsamente inseribili in un mercato, che potrebbe farne a meno, vista l'alta competitività degli stessi prodotti di altre grandi realtà, che li hanno contestualizzati in un ambito molto più vasto.
Certo la camera eletta dalla politica e quella eletta dalle varie forze del lavoro non dovranno perdere tempo come tu dici a parlare di tutto, ad esse spetta il compito di tracciare le linee guida oltre che naturalmente verificare la loro fattibilità.
Chiaramente oggi che i prodotti si equivalgono in termini di qualità, che i servizi cha abbiamo sembrano più vicini a quelli del terzo mondo, solo una attenta verifica tecnica degli aspetti produttivi di uno Stato ci da il massimo delle garanzie di successo.
E' ora che la politica, riprenda il suo ruolo di attenta osservatrice di quello che accade, nel solo interesse di interpretare i bisogni della gente, ma, per risolverli.
Non come accade adesso per riempire le tasche di quello o quel politico.
Solo la rappresentatività diretta di tutte le forze del lavoro all'interno dello Stato, unita ad una socializzazione anche degli utili delle aziende da parte delle maestranze, sarà capace di dare il vero impulso alle economie e di innalzare le persone più deboli e meno abbienti.
Chiaramente in un sistema fiscale semplificato, più semplice e più elastico, unito alla possibilità di un salario garantito per chi non ha o resta senza lavoro, eliminando le paghe milionarie ai manager ed ai parassiti della politica ( pensa che con la paga di uno di loro si potrebbero pagare da un minimo di 200 sussidi ai disoccupati ad un massimo di migliaia), e chi più di chi è rappresentato direttamente potrebbe portarci a questo?
Chi più di tecnici istituzionalizzati attraverso la rappresentatività diretta saprebbe cogliere il vero valore dei progetti?
Questo però non dirmi che è Comunismo dai!!!!!
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyLun Giu 30, 2008 5:49 pm

Parsifal ha scritto:
Le grandi e piccole lobby esistono in virtù del fatto che in politica (questa), esse sono dei veri e propri serbatoi di voti, oltre chiaramente ad essere dei veri e propri centri di potere.
Come d'altra parte e non a caso si possono trovare quelle dal chiaro riferimento ecclesiastico.
Sulla parole del Papa, credo di aver già detto cosa ne penso.
Non erano loro che mandavano al rogo gli eretici e arsero viva la Santa Giovanna D'Arco solo per essere "troppo" cattolica?
E' quanto meno strano, almeno per parte mia, stralciare da un certo discorso le parole di Woitila, che si è trovato anche a dire che occorreva una terza via. Quella cioè lontana dal comunismo e lontana dal liberalcapitalismo. O si prendono per intero certe affermazioni o per intero si ignorano, sempre ben inteso che i preti il massimo del servizio che possono rendere alla collettività è di fare i preti.
Quando entrano nella politica spesso, e non so se volentieri, combinano casini. Ogni riferimento a persone è puramente casuale.

Tornando all'argomento del post, mi sento di dover affermare che non sono per uno stato centralista a tutti gli effetti, ma credo che una economia basata su quello che tu chiami Senato delle regioni sarebbe troppo frazionata, oltre che poco rispettosa di quei principi sociali che fanno di un popolo di una nazione, una vera comunità umana.
Sul piano della competitività dei prodotti poi, essi sarebbero se non "protetti"da un più generale progetto nazionale poco competitivi rispetto a quelli di altre grandi realtà, se non addirittura scarsamente inseribili in un mercato, che potrebbe farne a meno, vista l'alta competitività degli stessi prodotti di altre grandi realtà, che li hanno contestualizzati in un ambito molto più vasto.
Certo la camera eletta dalla politica e quella eletta dalle varie forze del lavoro non dovranno perdere tempo come tu dici a parlare di tutto, ad esse spetta il compito di tracciare le linee guida oltre che naturalmente verificare la loro fattibilità.
Chiaramente oggi che i prodotti si equivalgono in termini di qualità, che i servizi cha abbiamo sembrano più vicini a quelli del terzo mondo, solo una attenta verifica tecnica degli aspetti produttivi di uno Stato ci da il massimo delle garanzie di successo.
E' ora che la politica, riprenda il suo ruolo di attenta osservatrice di quello che accade, nel solo interesse di interpretare i bisogni della gente, ma, per risolverli.
Non come accade adesso per riempire le tasche di quello o quel politico.
Solo la rappresentatività diretta di tutte le forze del lavoro all'interno dello Stato, unita ad una socializzazione anche degli utili delle aziende da parte delle maestranze, sarà capace di dare il vero impulso alle economie e di innalzare le persone più deboli e meno abbienti.
Chiaramente in un sistema fiscale semplificato, più semplice e più elastico, unito alla possibilità di un salario garantito per chi non ha o resta senza lavoro, eliminando le paghe milionarie ai manager ed ai parassiti della politica ( pensa che con la paga di uno di loro si potrebbero pagare da un minimo di 200 sussidi ai disoccupati ad un massimo di migliaia), e chi più di chi è rappresentato direttamente potrebbe portarci a questo?
Chi più di tecnici istituzionalizzati attraverso la rappresentatività diretta saprebbe cogliere il vero valore dei progetti?
Questo però non dirmi che è Comunismo dai!!!!!

siccome non porto nessuna croce(neanche il Tau francescano ) e sono ateo ,materialista storico, buddista(non c'è contraddizione) potrei dire di più sul capitalismo guerrafondaio del d*o unico ,pensiero unico, dei poteri temporali della chiesa e tutte le nefandezze che hanno combinato da quando sono diventati difensori dell'occidente e colonizzatori insieme alle grandi potenze fino al nazifascismo che seppur non ascoltati dai pagani idolatri di thor ,della razza ariana , evoliana , ci hanno fatto i patti Lat. per tenere a bada le masse con l'oppio della superstizione trasformata in cattolicesimo.
il papa polacco avendo subito le due dittature disse anche che il nazifscismo è il male assoluto ,e la terza via si chiama socialdemocrazia.....con lo Stato ben attento a non far degenerare l' avidità dei padroni (aggiungo io , come già detto in altra risposta ....IRI)
per innalzare le persone deboli e meno abbienti ,gli aspiranti borghesi medioevali formarono le corporazioni ma dietro di queste c'erano ancora masse di schiavi che non avevano rappresentanza e c'è voluta la rivoluzione francese prima che masse di schiavi iniziassero a dire libertà uguglianza fraternità sia nella ribellione ai vari re e imperatori .
sia con la formazione delle società di mutuo soccorso nell'800 (seconda metà )le cooperative agrarie muratori ecc. di socialisti operai che erano stufi di lavorare per 16 ore al giorno per un pezzo di pane senza diritti e solo doveri da rispettare pena la morte .
ora non mi sembra che la destra abbia avuto qualche onore nelle rivoluzioni per i meno abbienti e sottoproletari.
detto questo il discorso è condivisibile e (potremo chiamarlo sociale utopistico ,sansimoniano , la società ideale senza nome , ecc.) il problema è che la politica è finita con la caduta del muro e l'avvento ,dopo una falsa rivoluzione manipulista, della politica spettacolo ,liquida ,leggera , ma sempre con i più forti corporativi possessori del mondo (anche il centro sinistra...in parte ) .
se non ce l'ha fatta il vostro amato BM a cambiare gli IT vuoi che lo faccia il cainano aspirante immortale .....?
(sì in peggio... )
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyLun Giu 30, 2008 6:02 pm

E vabbè, quello che dice la Chiesa, rimane il fatto che o lo prendi per intero oppure non mi pare giusto che tu lo stralci dal contesto religioso, addirittura definendo socialdemocrazia quella che dovrebbe essere la terza via.
Chiaramente per il sottoscritto Cristiano Cattolico Apostolico Romano, spetta il diritto di sapere che la chiesa non è d*o.
Chiaro che non ho la presunzione di cambiare tout court il popolo italiano.
Credo però che indicare la via della massima rappresentatività popolare non possa essere quantomeno di danno allontanando sempre più le volontà di quelle che chiami lobby, insieme ai loro interessi.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyMar Lug 01, 2008 11:56 am

Parsifal ha scritto:
E vabbè, quello che dice la Chiesa, rimane il fatto che o lo prendi per intero oppure non mi pare giusto che tu lo stralci dal contesto religioso, addirittura definendo socialdemocrazia quella che dovrebbe essere la terza via.
Chiaramente per il sottoscritto Cristiano Cattolico Apostolico Romano, spetta il diritto di sapere che la chiesa non è d*o.
Chiaro che non ho la presunzione di cambiare tout court il popolo italiano.
Credo però che indicare la via della massima rappresentatività popolare non possa essere quantomeno di danno allontanando sempre più le volontà di quelle che chiami lobby, insieme ai loro interessi.

il Vaticano fa politica ,la chiesa e le credulità popolari sono altro ,quello che dice un Papa è politica ....quando fa la messa problema suo...
se San Francesco era un comunista... che faceva parte di una corporazione che ha abbandonato e diventa Santo perchè parla con i lupi e gli alberi lo rispetto e prendo come esempio di Essere superiore e diventa una utopia quasi contemporanea....
la povertà spirituale ci fa parlare con la Natura (Mater, il mito Parsifal ,a proposito, è questo.... ) e capirLa insieme alla nostra....
quindi anche i ricchi passeranno nella cruna dell'ago ....
la massima rappresentatività c'era con il proporzionale basta reintrodurlo con il limite di una sola preferenza e tutti avranno diritto di parola o no ?
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyMar Lug 01, 2008 2:26 pm

Per quanto riguarda la legge elettorale, chiaramente la preferenza è fondamentale. Ma il discorso che la riguarda è molto più profondo ... e volendo possiamo aprire un post.
Così com'è strutturato tutto l'impianto legislativo resta per me molto liberticida anche con la preferenza.
La rappresentatività diretta, unita alla compartecipazione delle maestranze agli utili delle aziende, rimane l'unica soluzione ai problemi di rappresentatività delle forze del lavoro più "deboli".
Per quanto mi riguarda continuo ad essere del parere che la Chiesa non è d*o.
Così come continuo a credere che sia più facile che un cammello passi nella cruna di un'ago che ...
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyGio Lug 03, 2008 12:52 am

quello delle corporazioni fasciste è semplicemente un diverso sistema rappresentativo:è questione ormai dibattuta ampiamente dagli storici e dai filosofi della storia.o si deve dare per scontato che l'unica forma di rappresentatività deve essere quella delle cosiddette democrazie attuali nelle loro diverse stutturazioni o nella diversità dei sistemi elettorali?per me,ma è una opinione del tutto personale,era piu'vicino alla volontà delle masse il fascismo piuttosto che il bipolarismo artificioso pd-pdl.la concezione di ap della storia è borghese,anzi piccolo borghese.per lui parte tutto dalla rivoluzione francese,quella fatta dalla massoneria e dalla borghesia,dal taglio delle treste dei popoli,continuato con la rivoluzione russa e proseguito con quella cinese.vada a parlare di comunismo ai veri buddisti,quelli del Tibet!
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyGio Lug 03, 2008 6:08 pm

Clarabella ha scritto:
quello delle corporazioni fasciste è semplicemente un diverso sistema rappresentativo:è questione ormai dibattuta ampiamente dagli storici e dai filosofi della storia.o si deve dare per scontato che l'unica forma di rappresentatività deve essere quella delle cosiddette democrazie attuali nelle loro diverse stutturazioni o nella diversità dei sistemi elettorali?per me,ma è una opinione del tutto personale,era piu'vicino alla volontà delle masse il fascismo piuttosto che il bipolarismo artificioso pd-pdl.la concezione di ap della storia è borghese,anzi piccolo borghese.per lui parte tutto dalla rivoluzione francese,quella fatta dalla massoneria e dalla borghesia,dal taglio delle treste dei popoli,continuato con la rivoluzione russa e proseguito con quella cinese.vada a parlare di comunismo ai veri buddisti,quelli del Tibet!

è evidente che il caldo annebbia le menti a chi è abituato a parlare solo con lo specchio.
comunque la storia prima di scrivere ,dovresti fartela spiegare bene dagli affittuandi delle idee di moda ab negozium bignami...
Tutto potrebbe partire anche da Spartacus crocifisso all'Appia .
ma è evidente che la massoneria e borghesia della rivoluzione francese è diversa da quella borghesia raccontata nel borghese piccolo piccolo a cui il lupus in fabula è iniziatore e facentene parte

la tua semplicemente è imitazio alla volontà di potenza delle masse che guardano alla tv il piccolo grande caimano e si addormentano ammassati nel sonno della ragione.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptySab Lug 05, 2008 4:18 pm

Parsifal ha scritto:
Per quanto riguarda la legge elettorale, chiaramente la preferenza è fondamentale. Ma il discorso che la riguarda è molto più profondo ... e volendo possiamo aprire un post.
Così com'è strutturato tutto l'impianto legislativo resta per me molto liberticida anche con la preferenza.
La rappresentatività diretta, unita alla compartecipazione delle maestranze agli utili delle aziende, rimane l'unica soluzione ai problemi di rappresentatività delle forze del lavoro più "deboli".
Per quanto mi riguarda continuo ad essere del parere che la Chiesa non è d*o.
Così come continuo a credere che sia più facile che un cammello passi nella cruna di un'ago che ...



la rappresentanza diretta è intesa come maggioritario secco uninominale?
le corporazioni che si fanno cooperativisthe anche alla fiat e consimili , partecipando ad almeno il 40 % del capitale e quotato ?
o che diventino esse stesse alternative al padrone ?
la rappresentanza dei poveri la fanno tutti in parlamento, anche se ci sono solo poche unità di lavoratori operai metalmeccanici e povertà discorrendo . ora pare che la tessera annonaria (di cui non so la storia ) per i poveri
il cainano è riuscito a passare dentro un atomo del ferro o osso che compone l'ago....
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptySab Lug 05, 2008 10:12 pm

Per quanto mi riguarda sono per il proporzionale puro.
Diciamo che la soglia su base nazionale deve essere il quoziente che si ottiena tra il totale dei voti validi diviso il numero dei parlamentari da eleggere. Chiaramente questo serve proprio per ridurre la frammentazione diminuendo il numero degli eletti. Più esso è basso più sarà alta la soglia.
Si potrebbe anche prevedere un premio di maggioranza, ma anche un numero di candidati mai superiore a quanti ne potranno essere eletti in caso di unanimità. Per far si che chiunque debba partire dalla stessa base. Perchè permettere il sostegno di più candidati di quanti ne verrebbero eletti? Per facilitare le lobby ed i poteri forti?
Si deve ottenere così il massimo della rappresentatività e magari anche il numero variabile degli eletti rispetto al totale degli elettori che esercitano il voto. Come dire meno votano meno seggi vengono eletti, fissando una soglia che potrebbe essere del 50% sotto la quale le elezioni non sono valide per mancanza di rappresentatività
Per quando riguarda invece la compartecipazione agli utili aziendali deve essere la percentuale variabile alla quantità degli utili stessi. Tenendo conto del capitale investito e degli investimenti preventivati o dalle assunzioni preventivate. Come dire che gli utili in parte possono essere ripartiti anche con nuovi posti di lavoro, ferma restando la percentuale che spetta alle maestranze.
Ma non è facile in un forum spiegare meglio ciò che andrebbe relazionato in decine di pagine e diverse consulenze. Spero di essere riuscito a farmi capire almeno per grandi linee.
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MessaggioTitolo: Re: Il corporativismo   Il corporativismo EmptyLun Lug 07, 2008 8:50 pm

Parsifal ha scritto:
Per quanto mi riguarda sono per il proporzionale puro.
Diciamo che la soglia su base nazionale deve essere il quoziente che si ottiena tra il totale dei voti validi diviso il numero dei parlamentari da eleggere. Chiaramente questo serve proprio per ridurre la frammentazione diminuendo il numero degli eletti. Più esso è basso più sarà alta la soglia.
Si potrebbe anche prevedere un premio di maggioranza, ma anche un numero di candidati mai superiore a quanti ne potranno essere eletti in caso di unanimità. Per far si che chiunque debba partire dalla stessa base. Perchè permettere il sostegno di più candidati di quanti ne verrebbero eletti? Per facilitare le lobby ed i poteri forti?
Si deve ottenere così il massimo della rappresentatività e magari anche il numero variabile degli eletti rispetto al totale degli elettori che esercitano il voto. Come dire meno votano meno seggi vengono eletti, fissando una soglia che potrebbe essere del 50% sotto la quale le elezioni non sono valide per mancanza di rappresentatività
Per quando riguarda invece la compartecipazione agli utili aziendali deve essere la percentuale variabile alla quantità degli utili stessi. Tenendo conto del capitale investito e degli investimenti preventivati o dalle assunzioni preventivate. Come dire che gli utili in parte possono essere ripartiti anche con nuovi posti di lavoro, ferma restando la percentuale che spetta alle maestranze.
Ma non è facile in un forum spiegare meglio ciò che andrebbe relazionato in decine di pagine e diverse consulenze. Spero di essere riuscito a farmi capire almeno per grandi linee.

bene, proporzionale puro, una testa un voto e sbarramento 5 %, senza rimborsi elettorali per il 100% dei votanti e sotto le quote di sbarramento ,riduzione parlamentari , senato delle regioni , già che ci siamo sopprssione di enti inutili.....
non esiste nessun paese che annulla le elezioni sotto il 50 % dei votanti
sul rinvestimento e compartecipazione degli utili è inutile parlarne a meno che gli operai....
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